lunedì 28 agosto 2017

RECENSIONE: LUKAS NELSON & PROMISE OF THE REAL (Lukas Nelson & Promise Of The Real)

LUKAS NELSON & PROMISE OF THE REAL  Lukas Nelson & Promise Of The Real (Fantasy/Universal, 2017)





Si giocano bene le loro carte Lukas Nelson e i Promise Of The Real. Il quarto album è un bel viaggio panoramico sopra alla musica americana. Tranquillo, rilassato, piacevole e con tutta la sicurezza che solo un figlio d’arte che dall’età di 13 anni (ora sono 28) frequenta i palchi e i backstage musicali di tutti gli States, potrebbe avere. Se negli episodi più country, le ballate ‘Ju...st Outside Of Austin’ e la finale ‘If I Started Over’ sorrette da buonissime melodie da polvere di stelle, le radici con il leggendario padre sembrano uscire fuori prepotenti dal terreno, Willie Nelson è pure ospite alla chitarra nella prima, i momenti migliori si hanno quando l’ormai rodata squadra allunga il passo. I sette minuti dell’iniziale ‘Set Me Down Of a Cloud’ e gli otto di ‘Forget About Georgia’, scritta ricordando una relazione sentimentale giunta al termine, si giocano le carte soul (belle le sfumature della sua voce lungo tutte le dodici canzoni) e sparando qualche leggero fumo di psichedelia, buon lascito dell'esperienza in studio e live con zio Neil Young (già pronto un altro disco registrato a Malibu) che oltre ad aver portato visibilità in più, ha regalato tanta esperienza e nuovi "vecchi" trucchi. “Questo disco, più degli altri, cattura la nostra vera essenza di band”, dice Lukas.
Tra leggerezza (‘Breath Of My Baby’), buoni R&B (‘Die Alone’, ‘Four letter Word’), accenti southern (‘Carolina’), qualche episodio da vecchio west (‘Runnin Shine’) e il più duro affondo politico e sociale in ‘High Time’, canzone dal passo simile ai migliori Tom Petty And The Heartbreakers (anche la copertina ricorda molto da vicino THE LAST DJ di Petty), incuriosisce la presenza della pop star Lady Gaga ai cori in un paio di episodi (‘Carolina’ e ‘Find Yourself’). Niente che faccia gridare allo scandalo ma segno che Lukas Nelson e i Promise Of The Real pur componendo musica che di moderno ha poco (mi piace inquadrarla dentro la retta che da The Band passa per i CCWR e porta a Waylon Jennings, papà Willie e Kris Kristofferson), sono perfettamente sintonizzati nel loro presente.



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