giovedì 8 giugno 2017

RECENSIONE: DAN AUERBACH (Waiting On A Song)

DAN AUERBACH    Waiting On A Song (Easy Eye Sound, 2017)








WAITING ON A SONG è il disco di un uomo che ama troppo la musica: Dan Auerbach ha recentemente confessato di passare tutte le sue giornate in sala di registrazione. Da mattina a sera. Volete esempi calzanti? ‘Malibu Man’ è dedicata a Rick Rubin, uno dei produttori più richiesti degli ultimi trent'anni, ‘Waiting On A Song’ che apre il disco è stata scritta insieme a John Prine, cantautore tanto influente nel folk americano degli ultimi quarant'anni quanto spesso dimenticato (a quanto pare questa collaborazione è stata fruttuosa: i due hanno scritto almeno altri sette pezzi che però qui non ci sono), nella divertente ‘Shine On Me’ che ricorda qualcosa dei magnifici Travelling Wilburys compare la chitarra di Mark Knopfler, la chitarra del mitico Duane Eddy, leggenda vivente della chitarra rock'n'roll è presente in almeno quattro pezzi, presenti anche Bobby Wood e Gene Chrisman, musicisti dei Memphis Boys, la band fissa degli American Sound Studio di Memphis che suonarono pure alla corte di Elvis Presley, e poi un pletora di altri musicisti di Nashville che potete trovare tutti in posa nella foto interna di copertina. Già Nashville, è lì che Dan Auerbach vive da circa sette anni, e lì che ha registrato come si faceva un tempo, tutto in presa diretta, al fianco di questi musicisti leggendari. DAN AUERBACH si è preso una seconda vacanza solista dai BLACK KEYS (era stanco della vita da tour e infatti per questo disco non ci saranno date live) dopo il bellissimo KEEP IT HID del 2009. Si potrebbe aggiungere anche la parentesi con gli Arcs. Ma non cercate tracce di quel disco di debutto, perché Auerbach questa volta è andato in altre direzioni. Vie che portano indietro nel tempo, partono dai settanta e arrivano ai cinquanta, ai gruppi vocali, alla black music d’atmosfera (‘Undertow’), a un gusto soul retrò che viaggia lungo tutto il disco (le orchestrazioni di ‘King Of One Horse Town’ e 'Cherrybomb’), a leggere pennellate che sfociano volentieri nel pop di vecchia scuola (‘Show Me’, ‘Stand By My Girl’). Un disco costruito da fan della musica, totalmente disimpegnato, leggero, spontaneo, spensierato e poco pretenzioso, ma molto rispettoso verso le leggende che vi suonano. Un omaggio dichiarato a Nashville. Alla musica americana. “ Le canzoni non crescono sugli alberi. Bisogna afferrarle nell’aria” canta nella title track. Dan Auerbach ne ha afferrate una decina, talmente leggere che potrebbero volare alte in questa estate.





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