lunedì 8 agosto 2016

RECENSIONE: DAVID CORLEY (Lights Out)

DAVID CORLEY  Lights Out (Continental Record Services/IRD, 2016)





Che strana la vita! Quel cuore che vedete in questa copertina, con relativo elettrocardiogramma, ha rischiato di fermarsi per sempre e voleva farlo (malandrino) mentre stava facendo una delle cose più belle imparate in vita: cantare. Anche i cuori cantano, sapete? Abbiamo visto DAVID CORLEY al Buscadero Day nel Luglio 2015, il suo debutto discografico AVAILABLE LIGHT è stato, a ragione, uno dei più osannati dell’anno scorso. Un disco arrivato tardi, a 53 anni, ma proprio per questo: carico di storie e speranze, vero e sincero, un sogno che si era avverato. Mai perdere la speranza. CORLEY e il suo cuore non l’hanno persa nemmeno quando quest’ultimo, due mesi dopo quel debutto in terra italiana, ha deciso di salutarci momentaneamente per otto interminabili minuti mentre il cantautore dell'indiana presentava l’ultima canzone in scaletta durante un concerto a Groningen in Olanda. Un attacco cardiaco che l’ha tenuto fermo per molti mesi, proprio quando si stava godendo i meritati riconoscimenti. Ma il tutto è stato solo rimandato. Garantito.
 LIGHTS OUT è un disco, chiamatelo anche EP, ma le canzoni sono 7 e la durata supera la mezz’ora, perfino superiore al debutto. Qui la personalità esce prepotente. Più di prima. Sette canzoni urgenti che la sua voce cruda e scura (figlia bastarda di Lou Reed e…io ci vedo Alejandro Escovedo) conduce in sentieri polverosi cari al folk blues parlato tra Dylan e Calvin Russell (la stupenda ‘Blind Man’), alle ballate sporcate di soul (‘Watchin’ The Sun Go’, ‘Under A Midwestern Sky’) e gospel (‘Pullin’ Off The Wool’, 'Down With The Universe’), e al garage rock urbano quando la band che lo accompagna, i BJ’S WILD VERBAND , alza il volume delle chitarre (‘Lightning Downtown’,’The Dividing Line’). Quanta intensità in questa nuova vita. L’elettrocardiogramma ha ripreso a galoppare…chi lo ferma più?

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