lunedì 4 aprile 2016

DISCHI DA ISOLA AFFOLLATA #9: THE MOTHER STATION (Brand New Bag)

THE MOTHER STATION Brand New Bag (1994)




Gli anni ottanta avevano spento il tizzone ardente del southern rock, quello che bruciava incandescente solo qualche anno prima. Nei primi anni novanta alcune band iniziarono a soffiare forte sul carbone e improvvisamente la fiamma riprese a scaldare l’ambiente: Black Crowes, Gov’t Mule, Cry Of Love, Brother Cane, The Screamin’ Cheetah Wheelie e i (...o le) MOTHER STATION appunto. Qualcuno di questi gruppi sta continuando a soffiare, chi con il fiato corto, chi ancora con immutato fervore, alcuni come la band nata a Memphis ha dato tutto e subito. Un respiro profondo e tutto il fiato dei polmoni è riversato sulle dodici canzoni che compongono il debutto (e unico disco in carriera) BRAND NEW BAG prodotto dal veterano Joe Hardy, a oggi tra le migliori classic rock songs ascoltate negli anni novanta. Guidati dalla carismatica voce di Susan Marshall, una micidiale miscela tra Janis Joplin e Tina turner o un Chris Robinson in abiti femminili se preferite, dalla sei corde ispiratissima e selvaggia della chitarrista Gwin Spencer, lasciando agli uomini Rick Shelton (batteria) e Michael Jaques (basso) il compito di tenere il ritmo e a Paul Brown di ricamare con le tastiere. Tra assalti hard di stampo zeppeliniano (‘Put TheBlame On Me’), il singolo ‘Show You The Way’, la cover (l’unica del disco) di ‘Fool For A Pretty Face’ degli Humble Pie, funky blues vicini ai primissimi Black Crowes (‘Black Beauty’), la presenza di un flauto (‘Love Me’) e di un violino (la ballata ‘Spirit In Me’) a primeggiare è l’aria soul che sbuffa e si intrufola in ogni singola nota trasformandosi presto in forte uragano, e la grande interpretazione in ‘Heart Without A Home’ ne è la dimostrazione più ficcante. 

 La storia, purtroppo, finisce esattamente dopo la dodicesima traccia, la bucolica e crescente ‘ Stranger To My Soul’. Le orme della rossa cantante Susan Marshall le troveremo in numerosi dischi dove presterà la voce come corista, tra cui gli Afghan Whigs di Greg Dulli, periodo 1965, i Lynyrd Skynyrd, Lenny Kravitz, Willy deVille, Lucinda Williams. Poi il nulla.
Peccato. Poteva essere una lunga e bella storia. Rimane un solo disco. Bellissimo.



DISCHI DA ISOLA AFFOLLATA # 1: FRANCESCO DE GREGORI- Titanic (1982)
DISCHI DA ISOLA AFFOLLATA #2: THE HOUSEMARTINS-London 0 Hull 4
DISCHI DA ISOLA AFFOLLATA #3: THE NOTTING HILLBILLIES-Missing...Presumed Having A Good Time
DISCHI DA ISOLA AFFOLLATA #4: EDDIE HINTON-Very Extremely Dangerous (1978)
DISCHI DA ISOLA AFFOLLATA #5: BIG COUNTRY-Steeltown, 1984
DISCHI DA ISOLA AFFOLLATA #6: TESLA-Five Man Acoustical Jam, 1990
DISCHI DA ISOLA AFFOLLATA # 7: PRIDE & GLORY-Pride & Glory (1994)

1 commento:

  1. Appena ripescato su Spotify, non pensavo ci fosse. Disco stra-to-sfe-ri-co!!!!

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