domenica 22 marzo 2015

RECENSIONI: BOB DYLAN (The Bootleg Series: Vol. 10 Another Self Portrait, Vol.11 The Basement Tapes Complete)


BOB DYLAN ANOTHER SELF PORTRAIT (1969/1971)-THE BOOTLEG SERIES VOL.10
(Sony Music)



Fiori nascosti
“Cos’è questa merda?”. Negli annali è rimasta la frase iniziale della recensione di ‘Self Portrait’ fatta da Greil Marcus su Rolling Stone nel 1970. Ma dalla merda, si sa, con il tempo nascono anche profumati fiori pur se raccolti e destinati all’esclusivo mercato dei fan voraci. Questa volta, la nuova saga ‘Bootleg Series’ va a scavare nella profondità di un periodo controverso della carriera di Dylan, completando, con due CD pieni di inediti e versioni alleggerite dalla brutta produzione di allora attribuita a Bob Johnston, la panoramica che include oltre a ‘Self Portrait’ (composto quasi tutto da cover) anche il precedente ‘Nashville Skyline’ ed il successivo’ New Morning’, triade composta tra Nashville e New York, dopo la fuga da Woodstock e lontano dalla rivoluzione giovanile in atto in quegli anni e che lui stesso, in verità, anticipò molti anni prima. Era un Dylan neo padre, giocoso, country, a tratti pop, intrattenitore, dalla voce quasi irriconoscibile che all’epoca creò imbarazzo e sconcerto tra i fan bisognosi di nuove guide spirituali, ma importante per segnare in modo netto la rottura tra quello che rappresentò per i giovani nei 60 e quello che sarà a partire da ‘Planet Waves’ in avanti.
Un riscatto contro chi non ha mai capito quei dischi che, a sorpresa, rinascono negli scarni demo (‘Went To See The Gypsy’, ‘When I Paint My Masterpiece’), nelle versioni alternative, negli inediti lasciati fuori senza ragione: quasi tutti acustici, così come erano nati, suonati in solitaria o in compagnia dei fidi David Bromberg (chitarra) e Al Kooper (piano). C’è anche una ‘Working On A Guru’ che ospita, oltre a Charlie Daniels, anche George Harrison, fresco orfano dopo la separazione dei Beatles. Nella deluxe edition in più: il concerto all’isola di Wight (1969), splendido documento di uno dei rarissimi concerti dell’epoca già “bootlegato” negli anni ma qui rinato nella qualità e l’intero ‘Self Portrait’ originale ma rimasterizzato. (Enzo Curelli) da CLASSIX! #38

 
BOB DYLAN AND THE BAND THE BASEMENT TAPES COMPLETE-THE BOOTLEG SERIES VOL.11 (Columbia/Sony Music)



Ora c’è tutto
Non tutti i mali vengono per nuocere. Avete mai immaginato cosa sarebbe successo se Dylan il 29 luglio del 1966 avesse preso bene quella curva con la moto? Una cosa è certa: uno dei più grandi tesori musicali della musica americana del 900 non sarebbe mai stato impresso su quel vecchio registratore a due bobine. All’indomani di quell’incidente, da sempre avvolto nella nebbia dei misteri, Dylan trascorse mesi di assoluto riposo tra le campagne di Woodstock, quasi rinnegando la sua rutilante e influente prima parte di carriera, lontano anche dai fumi psichedelici imperanti nel resto del mondo, immerso tra verdi boschi, rifugiandosi nella vita famigliare e trascorrendo interi pomeriggi di relax insieme ai fidi musicisti (The Hawks che diventeranno The Band). “Avevo avuto un incidente di moto ed ero rimasto ferito, ma mi ero rimesso. La verità era che volevo uscire da quella corsa disseminata” racconterà nella sua autobiografia.
Ma prima che anche questo buen retiro venga preso d’assalto dai voraci fan, riesce a registrare più di cento canzoni, tra autografe, ripescaggi nell’oscura antologia dell’American Folk Music e il rock’n’roll. Usciti ufficialmente nel 1975, in realtà non rappresentarono mai completamente quello che successe in quel semi interrato della Big Pink nel ’67 (ma anche nella Red Room di Dylan a Hi Lo Ha), un po’ per il bignami poco rappresentativo a cui venne ridotto, un po’ per le sovra incisioni apportate da Robbie Robertson, innescando invece il mercato dei bootleg, partito dal primo storico ‘Great White Wonder’.
A distanza di quarantasette anni, la Columbia decide di mettere in piazza tutto su 6 CD (due nella più economica versione Raw) in quella che si candida ad essere la più importante uscita Bootleg Series fino ad ora: accanto a storici brani già conosciuti appaiono ufficialmente per la prima volta alcune perle, nascoste tra le numerose alternate version, improvvisazioni e bozze di canzoni. 138 tracce totali. (Enzo Curelli) da CLASSIX! #42



vedi anche
RECENSIONE: BOB DYLAN-Tempest (2012)
vedi anche: RECENSIONE LIVE REPORT: BOB DYLAN/MARK KNOPFLER live Forum di Assago (MI), 14/11/2011

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