lunedì 23 febbraio 2015

RECENSIONE:JONATHAN WILSON (Slide By)

JONATHAN WILSON Slide By (Bella Union Records, 2014)




Come una volta
Gli sono bastati due dischi per accaparrarsi prima le simpatie di quel pubblico che vive ancora dentro la bolla spazio-temporale dei ‘70, in seguito la stima di artisti che in quella bolla ci soffiarono dentro per primi, e scorrendo i credits del secondo album FANFARE si capisce bene chi siano. Se l’ascolto distratto della sua arte potrebbe far pensare ad un semplice replicante, con un po’ di pazienza (gli ascolti distratti non funzionano) si capisce quanto viva la musica con vero trasporto e che il Laurel Canyon non sia solo un luogo dove abitare ma un tatuaggio marchiato a fuoco nell’anima.
Questo EP di cinque canzoni, uscito a ridosso del Record Store Day, presenta due nuove composizioni recuperate dalle session di FANFARE (la pianistica Slide By e la dedica al suo idolo Alpha Blondy Was King) e tre cover: la dylaniana Coming To Los Angeles di Arlo Guthrie, Free Advice (The Great Society) e i quasi nove minuti di Angel (Fleetwood Mac). Artista a tutto tondo, produttore e, ora come ora, unico ponte lisergico e credibile tra passato e presente, USA e UK, tra rock e sogno.
 Enzo Curelli 7 da Classi Rock #27



lunedì 16 febbraio 2015

HAYSEED DIXIE live @ Spazio 211, Torino, 13 Febbraio 2015



SETLIST
Hells Bells/Kirby Hill/You Shook Me All Night Long/War-War Pigs/Tolerance/Eye Of The Tiger/Don't Stop Believin'/Laying In The Backyard/Ace Of Spades/Eine Kleine Trinkmusic/Bohemian Rhapsody/Schnaps Dar War Sein Letztes Wort/We're Not Gonna Take It/Corn Liquor/She Was Skinny When I Met Her/Fat Bottomed Girls/Pour Some Sugar On Me/I'm Keeping Your Poop/Moonshine's Daughter/Duelling Banjo/Highway To Hell/Hotel California (medley)/Whisper



sabato 7 febbraio 2015

RECENSIONE: DEVON ALLMAN (Ragged & Dirty)

DEVON ALLMAN  Ragged & Dirty (Ruff Records, 2014)



Sangue buono
Portare questo cognome nell’anno in cui ‘At Fillmore East’ è stato celebrato a dovere con l’esaustivo box e le recenti dipartite dalla band di Warren Haynes e Derek Trucks hanno riportato l’attenzione sull’ Allman Brothers Band (triste commiato o nuova rinascita?) non deve essere facile. Eppure, con il secondo album solista il quarantaduenne figlio d’arte piazza un disco che si abbevera tanto alla fonte del padre Gregg, spaziando tra le terre del sud, quanto tra le vie di Chicago, facendo della “varietà di qualità” un punto di forza: tra suoni più rocciosi (Ten Million Slaves), lunghi strumentali (Midnight Lake Michican) e funk pieni di groove (I’ll Be Around), Devon si conferma chitarrista e cantante dall’anima profondamente soul, caratteristiche forse troppo mimetizzate all’interno del suo gruppo Royal Southern Brotherhood, ma qui bene a galla, anche rispetto al precedente Turquoise. Quando il buon sangue che scorre tra le vene non viene sperperato.
da CLASSIX #42