venerdì 30 gennaio 2015

RECENSIONE: THE DECEMBERISTS (What A Terrible World, What A Beatiful World)

THE DECEMBERISTS   What A Terrible World, What A Beautiful World (Rough Trade Records, 2015)



Le tante facce della maturità
“Non possiamo più tollerare tragedie come queste. Dobbiamo cambiare. Farò qualsiasi cosa in mio potere, per bloccare il massacro”. Con queste parole, il 17 Dicembre 2012, Barack Obama tenne un discorso durissimo all’indomani del massacro di venti bambini e sei insegnanti in una scuola elementare di Newtown nel Connecticut. Da qui sembra ripartire l’affascinante (e più accessibile) viaggio sonoro di Colin Meloy e la sua band, dopo il tour solista e la buona carriera letteraria che lo hanno tenuto impegnato ultimamente. Colpito da quelle parole scrive la folkie 12/17/12, a testimonianza della consapevolezza ed equilibrio raggiunti in carriera ma soprattutto in vita. Un disco che tocca più strade: sfiora la più sperimentale ed epica (Cavalry Captain) di inizio carriera che li innalzò a nuovi eroi indie (la tesa Lake Song), la fascinazione per Phil Spector (Philomena) e il più marcato passo indietro verso le radici folk e country (Anti-Summersong) compiuto con il precedente THE KING IS DEAD. Il terribile e il magnifico mondo, appunto. In un solo disco.
Enzo Curelli voto 7   da Classic Rock  (Gennaio 2015)




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