lunedì 27 gennaio 2014

RECENSIONE: TEX MEX (Hang Loose, Tex Mex!) & INTERVISTA a FRANK GET

TEX MEX  Hang Loose, Tex Mex!  (atoproduzione, 2014)


Come tutte le storie più belle, anche il viaggio dei triestini Tex Mex giunge al termine del percorso, proprio ora che li ho conosciuti ed iniziavano a viziarmi con il loro blues costruito con l'antica cura di una volta e domiciliato nell'estremo est del nostro paese, terra sempre ricca di tradizioni e buonissima musica rock. Ma non è un addio definitivo alle scene, solo un "arrivederci" che prestissimo si tramuterà in una nuova band, un power trio che ha già un nome scritto e un futuro segnato: Ressel Brothers Blues Band. Scelta maturata durante l'incisione di due nuove tracce in studio: il southern rock dai forti umori Lynyrd Skynyrd di Dancing Around To The Fire e l'ancora più possente Can You See, canzoni qui presenti e registrate nel Novembre del 2013, buone testimoni del futuro nuovo corso. "E' curioso il fatto che le due nuove registrazioni, che rappresentano la fine del percorso per la band Tex Mex, racchiudano comunque gli elementi che troveremo nel nuovo album che stiamo già registrando con il nuovo gruppo (Ressel Brothers), in questo caso potrei dire che segnano un cambio di direzione sicuramente non studiato a tavolino ma raggiunto in maniera assolutamente spontanea.... posso sicuramente dire che i cambiamenti (quando si è pronti ad accettarli) portano ad aperture mentali e stilistiche a volte inaspettate". Così mi racconta Frank Get, cantante e bassista del gruppo. Una scelta dettata principalmente da una lenta revisione della formazione originale che negli anni ha visto snaturare il significato di partenza del progetto, suppongo. Il modo migliore per abbandonare il vecchio monicker è racchiudere la "storia", seppur breve, in un disco live che comprende alcune testimonianze raccolte lungo le tante strade percorse durante gli ultimi tre anni. Trattandosi di canzoni estrapolate da diverse date e location, si è pensato di tagliare, in gran parte, pause e pubblico tra una canzone e l'altra, tanto che potrebbe benissimo essere un disco di studio registrato in presa diretta  come lo fu-veramente-il precedente The Best Has  Yet To Come (2012)-vedi recensione. Perché durante i live, la band triestina (oltre a GetMatteo Zecchini alle chitarre, Giovanni Vianelli al piano, Sandro Bencich alla batteria) riesce a tirare fuori il meglio di stessa. Band amante delle lunghe jam strumentali-spesso mi torna in mente la libertà compositiva dei Little Feat-e dei voli pindarici, e qui a spiccare è la parentesi quasi prog di My Obsession con il flauto ospite dello statunitense James Thompson a spadroneggiare. "Il lato jam band è forse la componente più divertente in questa band ed è una caratteristica soprattutto dei singoli musicisti che son portati a cercare i momenti di jam.... anche se gran parte dei pezzi son scritti da me, all'interno di ciascun arrangiamento c'è sempre spazio per qualunque tipo di interazione tra tutti noi (forse sarà dettato dal fatto che tutti quanti per moltissimi anni abbiamo suonato in varie formazioni in giro per l'Europa in situazioni in cui le prove al massimo si facevano per telefono ). Riguardo a James posso dirti che ci conosciamo e siamo amici da quasi trent'anni (il primo incontro avvenne ad un festival dell'Unità nell' 87 dove James si esibiva con Arthur Miles ed io facevo il fonico) poi ci siamo frequentati sia quando suonava con il pianista Stefano Franco sia quando suonava con Zucchero (in quel periodo ho suonato anche con Derek Wilson e Mario Schilirò). Qualche anno fa abbiamo pure fatto assieme un mini tour con No Stress Brothers (blues band austriaca). James oltre ad esser stato ospite nel CD Tex Mex e aver suonato con noi in alcuni concerti; ha suonato pure nel mio CD solista "Hard Blues" del 2009".
Fortemente ancorata alle radici terrose che attorcigliano le grandi southern/blues band dei seventies, si ascolti il divertentissimo e cavalcante blues di Don't Step Along The Line, corsa a tutta slide (Matteo Zecchini) e armonica (Marco Beccari) ma anche quando a prevalere è il suono più raffinato, acustico e unplugged, il calore non smette di cessare, anzi, corre ancora più forte lungo i tasti di un presentissimo pianoforte. Succede in tre composizioni: quelle che aprono il disco (Don't Think Twice, Hot Aliens Aftrnoon, Work On Time) registrate con il compianto primo batterista Dario "Doppio" Vatovac, le sue due ultime registrazioni prima di lasciarci. "Dario oltre ad esser stato uno dei fondatori della band è stato soprattutto un grande amico, era la persona che con l'esperienza (è stato, negli anni 70, batterista dei Boomerang, rock band della ex Yugoslavia, e poi ha vissuto negli Stati Uniti per più di 15 anni) e la capacità di sintesi sapeva dire la parola giusta al momento giusto. La registrazione testimonia l'ultima volta in cui si è seduto dietro la batteria ed abbiamo suonato assieme....è incredibile come nella registrazione ( è l'unica di tutto il CD non a tracce separate, quindi senza possibilità di remix) siamo riusciti a catturare il feeling ed il momento assolutamente unico!! Grazie Dario!"
A lui è dedicata anche la springsteeniana No Surrender, registrata live durante il release party del loro primo Cd e che vede la partecipazione di Elisa Maiellaro ai cori.
Un disco che riesce a trasmettere la vera passione per la musica dei rodati protagonisti, creando quell'ideale aggancio tra l'America musicale e le radici della loro terra, tanto che il nome della futura band sarà Ressel Brothers, monicker ispirato dal cognome di un loro concittadino del 1800, il ceco Josef Ressel, inventore dell'elica navale nonché con il prestigioso merito di aver iniziato un importante progetto di rimboschimento del loro Carso.
Arrivederci a prestissimo, quindi.




vedi anche RECENSIONE: TEX MEX-The Best Has Yet To Come (2013)
vedi anche RECENSIONE: RUSTED PEARLS & THE FANCY FREE-Roadsigns (2012)
vedi anche RECENSIONE: W.I.N.D.-Temporary Happiness (2013)
vedi anche RECENSIONE: MOJO FILTER-The Roadkill Songs (2013)

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