giovedì 24 gennaio 2013

RECENSIONE: NEWSTED (Metal)

NEWSTED   Metal (Chophouse Records, 2013)

Se avevate ancora dubbi su quale fu la "parte metal" che nel 2001 si dileguò dopo lo split tra Metallica e Jason Newsted, ora avete la risposta definitiva. Se invece, come me, di dubbi non ne avete mai avuti, il titolo così chiaro, esplicito-poco originale ma perdonabile- di questo EP di sole quattro canzoni (22 minuti) ne è la conferma marchiata in musica. Ma soprattutto sembra essere uno sfottò bello e buono indirizzato agli ex compagni, stampato a chiare lettere nel titolo (non mi spiego altra ragione ad un titolo del genere) e rincarato dalle parole rilasciate in una intervista a The Classic Metal Show: “ Io sono tra quelli a cui piacciono soprattutto i primi tre album dei Metallica e a cui non piace la band dopo la morte di Cliff Burton. Sono di questa opinione. Sono orgoglioso degli album che ho registrato con quei ragazzi e sono belli per quello che sono. Ogni volta che ho suonato dal vivo con loro di fronte alla gente, l’ho fatto come se fosse stata l’ultima volta e ho spaccato il culo a chiunque ci fosse di fronte a me. Questo è quello che conta”.
Sarebbe comunque sbagliato e riduttivo relegare la carriera del bassista Jason Newsted ai soli Metallica. La sua è una carriera con un pedigree di tutto rispetto e devoto alla causa metallica (non il gruppo questa volta): partendo dai Flotsam And Jetsam di cui fu uno dei fondatori, gruppo tra i prime-movers del thrash metal ma sempre relegati dietro ai Fab Four per antonomasia, fino all'approdo nei seminali ed un "passo sempre avanti" Voivod (è appena uscito il loro nuovo ed entusiasmante Target Earth) con i quali collaborò dal 2002 al 2009. E poi, tanti altri progetti, piccoli e grandi, tra cui spiccano gli R8 e gli EchoBrain.
Ora, il buon Jason ha deciso di non sottostare a nessun altro dittatore musicale, libero di decidere, comporre, suonare la sua musica e formare la propria omonima band, composta da  Jessie Farnsworth alle chitarre e Jesus Mendez Jr. alla batteria. Quattro canzoni sono poche ma bastano a delineare quale sarà il futuro percorso: dal thrash metal lineare e old school, ora più veloce e motorhediano come nell'apertura Soldierhead, ora più pesante e cadenzato come in Godsnake con le vocal sinistre di Newsted che, come già dimostrato facendo le backing vocals nei Metallica, si conferma un cantante dalla piena sufficienza, vicino al timbro di Jeff Waters (Annihilator), anche se un retrogusto alla James Hetfield ogni tanta sembra affiorare. Mid-tempo pronti ad esplodere come King Of The Underdogs, un mix micidiale tra Voivod e Motorhead tra cui spicca l'assolo finale ed oscuro di Jesse Farusworth  e il roccioso hard/rock'n'roll dal sapore southern della conclusiva Skyscraper.
Quattro pezzi più che convincenti. Nulla di estremamente originale, tanto di già sentito, ma nell'insieme suona molto onesto e "metal" come è stata tutta la carriera di Newsted. A volte basta l'attitudine per avere la meglio su tutto il resto, fama compresa.



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