lunedì 16 aprile 2012

RECENSIONE: ENZO AVITABILE ( Black Tarantella )

ENZO AVITABILE Black Tarantella ( CNI Music, 2012)

Il giusto coronamento ad una carriera impeccabile sotto il profilo della ricerca musicale arriva con Black Tarantella, un disco dove undici grandi musicisti di livello mondiale dialogano con il cantautore/polistrumentista napoletano Enzo Avitabile, dando voce alla forte comunicatività che l'artista ha sempre portato avanti durante la sua carriera, guadagnandosi quel rispetto internazionale che qui in Italia è ancora di nicchia (che gran peccato). Il nome di David Crosby potrebbe bastare per tutti. Il duetto con il musicista americano, simbolo della west coast californiana '70, uno che ha cantato Oh Yes I Can prima di tutti-anche prima che si trasformasse nel plurale Yes We Can-e che, forse, di apparizioni salvifiche in momenti difficili della vita se ne intende; in E ‘a maronn’ accumparett’ in Africa ci racconta della singolare speranza di assistere all'apparizione della Madonna a Soweto. Rapace e significativa. Ma non è il solo momento magico di questo album.
Un disco il cui termine universale è appagante e arricchente, e dove il genere black tarantella si scosta dal significato puramente musicale, per inglobare situazioni più terrene, con la quotidianità protagonista: dando voce, attraverso le tante lingue presenti, ai popoli di tutto il mondo accomunati dalle difficoltà di tirare a campare (nel bello e sostanzioso libretto, i testi in italiano, napoletano-of course- ed inglese).
Enzo Avitabile ama la musica allo stesso modo con cui ama la parte più debole ed indifesa del mondo, riuscendo ad unire le due cose in maniera perfetta come pochi riescono a fare. I ritmi funk, il folklore, il blues, le radici "dei sud" di tutto il mondo si incrociano con le storie di immigrazione, d'immedesimazione tra uomo e natura, di fede religiosa, di lenti ed antichi misteri africani come dei veloci e frenetici battiti metropolitani e occidentali. La tradizione che incontra il moderno, dove il dialetto modenese di Francesco Guccini nel folk di Gerardo nuvola 'e Povere (tra immigrazione e morti bianche) convive con il diluvio hip hop di parole partenopee dei Co'Sang in Mai Cchiù, con gli amici Bottari di Portico a percuotere i loro inusuali strumenti della tradizione; il folk di Suon' 'a Pastell (canto contro tutti i sopprusi ai danni dei bambini) con l'anima irlandese di Bob Geldof, che lascia il cammino alla voce penetrante di Raiz nella taranta "dub" di Aizamm' na mana. Nulla sembra forzato, ma appare tutto naturale come sempre dovrebbe essere.
Avitabile e Pino Daniele (entrambi classe 1957, con pochi giorni di differenza) si ri-incontrano dopo tanti anni e ne esce fuori la bella E' ancora Tiempo che apre il disco splendidamente, rinnovando il sodalizio tra i due e ricordandoci il gran musicista e chitarrista che si cela dietro a Pino Daniele. Mentre l'incontro con Franco Battiato, un altro che con la contaminazione ci è sempre andato a nozze, genera No é No, canto anti-mafia/omertà con il dialetto siciliano che si confonde con il napoletano, e genera un solo grido liberatorio.
Tutto il disco è una girandola di suoni, strumenti, emozioni, colori e voci: la travolgente Nun è giusto con l'algerino Idir; il bellissimo testo, amaro e poetico di Elì Elì con Enrique e Soleà Morente; la vecchia Mane e Mane, riletta in compagnia di Daby Tourè; i testi sentiti ed espliciti di A nnomme 'e Dio e Nun Vulimm' 'a luna.
Fino ad arrivare al treno di Soul Express(vecchio successo di Avitabile, datato 1986) diretto ad alta velocità verso quel futuro dei migliori mondi possibili, in compagnia di un violino del "maestro"Mauro Pagani e Toumani Diabatè.
Black Tarantella
è un disco vivo, pulsante, ispirato e blues come ne escono pochi in Italia. Enzo Avitabile riesce a raccogliere i linguaggi musicali del mondo indirizzandoli verso la sua unicità di musicista, rendendoli universali.



vedi anche:RECENSIONE/REPORT live- TINARIWEN live@Hiroshima Mon Amour, Torino 14 Aprile 2012


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