sabato 21 gennaio 2012

RECENSIONE & INTERVISTA: UNÒRSOMINÒRE. (La Vita Agra)


UNÒRSOMINÒRE. La Vita Agra ( Lavorare Stanca, 2011)

L’ascolto di La vita agra richiede un po’ di impegno e attenzione superiore alla media che verranno ripagati nei successivi ascolti. Lo stesso impegno che Unòrsominòre. vorrebbe e pretenderebbe da chi gli sta accanto ogni giorno: da chi guarda il teleschermo della televisione con l’amo già attaccato alla bocca e da chi applaude ad un comizio politico credendo di avere le promesse già in tasca con il timbro “mantenute” fresco di inchiostro. Difficile fare finta di nulla di fronte a tutto questo. Meglio essere cinici e sputare fuori tutto, anche in modo duro e diretto.
Unòrsominòre. è il progetto di Kappa (Emiliano Merlin), ex componente dei veronesi Lecrevisse gìà all’attivo con il debutto omonimo del 2009 e l’Ep “Tre canzoni per la repubblica italiana” uscito nel 2010 per festeggiare e denunciare i 150 anni dell’Unità d’Italia .
La Vita Agra (titolo preso in prestito dal romanzo del 1962, di Luciano Bianciardi)...
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INTERVISTA

Kappa, Unòrsominòre., Emiliano. Tre nomi: una persona o ci sono diversità?
Una, una. E’ solo che mi piace mettere in difficoltà chi deve averci a che fare. No, in realtà sono nomi legati a età diverse. Quindi direi che sono un instabile insicuro che invecchiando cerca di mascherarsi assumendo nuove identità.


La Vita Agra è un libro del 1962 di Luciano Bianciardi(non l’ho mai letto). Lo consiglieresti e perchè? Oltre al titolo, quanto c’è di quel romanzo nel tuo disco?
Certo, lo consiglio, è un libro snello, scritto in un italiano magistrale, ed è illuminante circa le origini e le ragioni del degrado della dignità dell’uomo nella società del profitto. Nel disco c’è molto del senso generale di amarezza che si trova anche nelle pagine di Bianciardi, e un paio di temi sono ripresi in maniera diretta, in particolare quello dell’auspicio alla decrescita. Per il resto però non ci sono riferimenti stretti; ho dato questo titolo al disco per il sapore che ha, per l’immaginario che suggerisce, più che per analogie con la storia di Bianciardi.

Anche se le etichette sono sempre limitative: come classificheresti il tuo disco?
Musicalmente è un disco di canzoni, con gli accordi, le parole e tutto. Pop-rock triste, con qualche deviazione sul cantautorato e su suoni più borderline, e con alcune raffinatezze sparse fra gli arrangiamenti. Concettualmente è una raccolta di miserie, quelle in cui sguazziamo da troppi anni ormai – miserie sociali, politiche, morali, emotive.

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