martedì 16 novembre 2010

DISCHI IN ASCOLTO , brevi recensioni di: Ryan Bingham, Bryan Ferry, Skunk Anansie, Kings of Leon, Bob Dylan

RYAN BINGHAM Junky Star (Lost Highway, 2010)

Passato recentemente in Italia, Bingham arriva al suo terzo importante disco con il pesante peso di un oscar vinto, per la miglior colonna sonora, dalla sua canzone The Weary Kind contenuta nel film Crazy Heart, dove il nostro ha avuto anche una piccola parte come attore. Proprio da questa canzone sembra partire il nuovo lavoro prodotto da T Bone Burnett. Le canzoni sembrano preferire l'intimità, l'introspezione e il lato acustico, lasciando da parte per un attimo l'anima più elettrica, rock e blues dei precedenti lavori. Ballate che strizzano l'occhio al country, alla polvere del deserto texano e ai grandi sentimenti. Un disco che fa della semplicità la sua forza e che vede Bingham, accompagnato dalla sua fedelissima band, The Dead Horses, ritagliarsi un importante fetta di futuro tra i grandi cantautori americani.


BRYAN FERRY Olympia (Virgin records, 2010)

Dopo l'album di cover dedicato a Dylan, uscito quattro anni fa, ritorna con otto canzoni scritte di proprio pugno e due cover, il dandy del glam rock anni settanta. Presentato in copertina dal volto di Kate Moss, Olympia è un disco di gran mestiere pop che si avvale di numerosissimi ospiti tra cui il bassista Flea presente nel primo singolo You can dance , a David Gilmour, i vecchi compagni Roxy Music al completo nel rifacimento di Tim Buckley , Song to the siren , ai giovani Groove Armada nella danzereccia ed elettronica Shameless. Un disco che conferma l'eleganza musicale di Ferry, senza grandi colpi di scena, tra vecchio glam rock e pop, un piacevolissimo ascolto.


SKUNK ANANSIE Wonderlustre (Carosello records, 2010)

La voglia di reunion voluta fortissimamente dai fans, ha prodotto un lavoro diverso dai precedenti ma che sarà usato come un buon trampolino di lancio per i tour che seguiranno, perchè in fondo è il palco il vero habitat naturale di una leonessa come Skin.
Certamente è l'album meno arrabbiato della band inglese, il rock degli anni novanta, sporadicamente presente come in It's doesn't matter, è sostituito da canzoni più meditate e dilatate, fluidamente pop e mature come il ruffiano singolo di lancio My Ugly Boy. La vena più ribelle sembra essersi persa con l'età ed alcuni dubbi sulla natura della reunion non possono che affiorare.


KINGS OF LEON Come Around Sundown (RCA records, 2010)

Il loro nome campeggia tra i grandi del rock del nuovo millennio, ma questa volta, la band dei fratelli Followill, mi sembra si sia adagiata un pò troppo sul successo del precedente Only By the Night, sfornando un disco senza guizzi, piatto e monocorde come delle ipotetiche giornate trascorse sulla spiaggia ritratta in copertina. Se nel precedente album vi erano delle hit come Sex on fire, su questo vi è calma piatta e nemmeno la pur bella voce di Caleb Followill fa il miracolo. Purtroppo una brutta copia del precedente lavoro che ha i suoi unici punti di interesse quando si spostano sul sound anni '50 di Mary o nel country di Back Down South . Spero di ricredermi con gli ascolti.


BOB DYLAN The Witmark demos:1962-1964-THE BOOTLEGS SERIES vol. 9 (Sony music, 2010)

Gli archivi di Dylan non hanno quasi più segreti dopo l'uscita di questa nona opera. Questa volta si è andati a pescare indietro nel tempo, immediatamente dopo la prima uscita discografica di Dylan(1962). Bob Dylan fu chiamato dalla Witmark, importante casa di edizioni musicali, ad eseguire in modo molto informale,con sola chitarra ed armonica, le proprie canzoni in repertorio in modo da poterle registrare e farle ascoltare ad eventuali altri artisti che le potessero poi incidere in via ufficiale. Dylan ha poco più di vent'anni , ma un bagaglio di canzoni incredibile. Queste canzoni sono state recuperate e date in pasto così come furono registrate, tra colpi di tosse, improvvise interruzioni e rumori di sottofondo. Tra esse almeno 15 vedono per la prima volta la luce, le altre sono comunque le prime bozze di canzoni che entreranno nella storia come Masters of war, Girl from the north country, The time's they are a-changin' e Mr. Tambourine man. Doppio cd con 47 canzoni accompagnate da un prezioso volumetto di 60 pagine contenente la storia di queste registrazioni.

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